sabato 23 ottobre 2010

L’ animazione turistica? Un settore allo sbando, senza regole


L’ animazione turistica? Un settore allo sbando, senza regole
Ma cosa si può fare, come intervenire…
Animandia, Intervista ad un gruppo di tre ex imprenditori dell’animazione

Ci siamo più volte interessati delle precarie condizioni cui versa l’intero settore dell’animazione, un settore che in Italia, dà lavoro a migliaia di società e crea decine di migliaia di posti di lavoro stagionali.
Un settore quindi che andrebbe salvaguardato, protetto, soprattutto vista la crisi economica e lavorativa in atto, ma purtroppo non è così e molte società stanno chiudendo i battenti.
La mancanza di tutela e di controllo da parte dello Stato e degli Enti preposti (a cui interessa solo incassare contributi e tasse) ha favorito la nascita e lo sviluppo di "imprese fantasma", dirette da persone prive di scrupoli, che hanno diffuso metodi di lavoro scorretti e proposte commerciali senza il minimo rispetto della concorrenza e degli operatori. Hanno proposto e continuano a proporre alle strutture turistiche, preventivi e contratti a costi stracciati, ridicoli, fuori da ogni logica di mercato e, se non illegali, al limite della legalità, agevolando il lavoro nero e creando un mercato sommerso, offendendo in tal modo l'unico vero principio dell'economia di mercato: la concorrenza leale e spingendo al fallimento ogni anno, inesorabilmente, decine e decine di società serie ed oneste.
Ecco perché noi di Animandia abbiamo intervistato un gruppo di questi giovani imprenditori che avevano dato vita ad una società di animazione che adesso, come del resto tante altre non c’è più, è fallita. Vogliamo conoscere, comprendere, le motivazioni che hanno spinto: Sergio, Enrico ed Ezio ha chiudere la loro impresa dopo un solo anno di attività.

Allora ragazzi, ci raccontate sinteticamente la vostra pur breve esperienza di imprenditori? Quando avete cominciato e perché?
(Sergio) iniziammo lo scorso anno verso la fine di ottobre, dopo che avevamo passato una stagione nella stessa equipe di animazione, lavorare insieme ci ha dato modo di conoscerci e anche di verificare il nostro affiatamento sul lavoro. Tutti e tre abbiamo qualche stagione di esperienza nell’ambito animazione e ci sentivamo pronti a tentare il grande passo, ovvero quello di mettersi in proprio costituendo una società di Animazione.

Quindi vi siete conosciuti al villaggio ed è lì che avete deciso di lavorare insieme?
(Ezio) bè si, avevamo questa intenzione e l’occasione si è presentata quando, a fine stagione, il proprietario della struttura trovandosi bene con noi, ci disse che se un giorno avessimo deciso di metterci in proprio, lui sarebbe stato ben felice di stringere un accordo con noi.

Dunque dietro suggerimento del proprietario della struttura, avete iniziato la vostra strada per divenire imprenditori
(Enrico) In effetti avevamo già intenzione di fare qualcosina insieme, però devo ammettere che quella proposta ci diede la spinta finale. Ci rivolgemmo ad un conoscente che ha uno studio di commercialista, il quale ci sottopose i differenti tipologie di società ed optammo per una s.r.l. e già avemmo le prime spese, che tra avviamento dell’attività ( allestimento costumeria, acquisto di materiale di cancelleria e di ufficio) e ovviamente, atto notarile e il compenso al commercialista, si aggirarono intorno ai quattro, cinquemila euro. Inizialmente come ufficio, decidemmo di utilizzare la cantinola di Sergio, ovviamente lo attrezzammo adeguatamente per renderlo più o meno funzionale e iniziammo la nostra attività.

Come si svolgeva il vostro lavoro?
(Ezio) ognuno di noi aveva un proprio ruolo, io mi interessavo della selezione del personale in vista della stagione che avremmo affrontato avendo la sicurezza di partire con un villaggio, ma ovviamente ,confidando di riuscire a chiudere un contratto almeno con un altro paio di strutture. Enrico invece svolgeva per lo più lavori di ufficio, fungendo da segretario e Sergio aveva il compito di visitare le strutture turistiche per sottoporre i nostri servizi.

Quindi il lavoro procedeva, quando sono iniziate le difficoltà?
(Sergio) le difficoltà purtroppo sono iniziate quasi subito, ci siamo resi conto che non eravamo competitivi, ogni volta che sottoponevamo il nostro preventivo per il servizio animazione ad una struttura, puntualmente il direttore del villaggio tirava fuori dal cassetto, un preventivo di un’ altra società ma ad un prezzo decisamente inferiore.

Allora forse dovevate ridurre i vostri profitti, per poter competere con la concorrenza non vi pare?
(Enrico) giusto! ed è la prima cosa che abbiamo fatto, mi creda per il primo anno di attività ci saremmo accontentati anche di non guadagnare granchè pur di aumentare il lavoro, capirà avevamo un solo contratto firmato e nel frattempo le spese da sostenere aumentavano, c’era da pagare tutti i mesi le bollette per la luce, il telefono, le spese di benzina vitto e alloggio sostenute quando giravamo l’Italia in lungo e in largo , il commercialista, cancelleria e varie ecc. insomma il nostro fondo cassa andava assottigliandosi sempre di più e di contratti nemmeno l’ombra.

E quale era il problema?
(Sergio) Il problema era ovvio ma non c’era soluzione, al di là delle strutture che si fornivano da anni con una loro società di fiducia e quindi non erano interessate a valutare altre proposte, al di là di preventivi spesso identici a società ben più conosciute e blasonate rispetto a noi che eravamo appena all’inizio, ma al di là di ciò, che tra l’altro fa parte delle normalissime regole di mercato, il problema principale è che avevamo a che fare con una grande concorrenza sleale, da parte di pesudo agenzie che evidentemente non versavano contributi e tasse.
C’è da dire che per lo più, sono proprio le tasse ed i contributi i costi che incidono maggiormente sulle società che svolgono onestamente questo lavoro.
Premetto che non sono un commercialista , però se ben ricordo, per ogni animatore assunto ci versi contributi Enpals ed Inps ed a seguire ovviamente c'e' Inail, sono tasse che si quantificano nell’ordine di decine di euro al giorno, per ogni singolo animatore ed è qui che siamo fregati.
Inoltre c’è da fare un’altra considerazione, queste tasse a mio avviso, per la stragrande maggioranza dei casi non sono utili, infatti c’è da dire che un giovane che fa l’animatore, lo fa solo per una breve periodo, la maggior parte dei giovani lavora per una, al massimo due stagioni, ( ad es. se si considera che il maggior impiego di animatori nelle strutture italiane, è limitato ai soli mesi di luglio ed agosto, per la maggioranza di loro, una stagione lavorativa equivale a 2 mesi).
A mio avviso però, occorre anche tener presente che ci sono tantissimi giovani che hanno lavorato, solo qualche settimana e spesso addirittura solamente per qualche giorno.
C’è da dire infatti, che in questa professione si contano moltissime rinunce, tanti giovani credono (erroneamente) che per fare l’animatore basta soltanto essere simpatico e socievole, ma non è così, è un lavoro duro, senza soste, e spesso si vive in alloggi comuni, per questo sono in moltissimi che già dopo qualche giorno, abbandonano il lavoro e poiché per gli animatori, in linea di massima, non è previsto un periodo di apprendistato lungo ( mi sembra sia riconosciuto solo nell’ordine di alcuni giorni) ed in questo caso io mi domando, ma che fine fanno i contributi versati ad un animatore che ad esempio, dopo appena un paio di settimane rinuncia al lavoro e va via?
Io mi chiedo, sono certamente nell’ordine delle decine di migliaia gli animatori turistici, in Italia, che ogni anno lavorano solo per qualche settimana, ma quanti di loro dopo aver fatto questa breve esperienza nell’arco della loro vita, si interesseranno di sapere “come” e soprattutto, “se” è possibile recuperare quei pochi giorni contributivi ai fini della loro futura pensione? Visto che certamente saranno cifre di ben poco conto? E’ forse che, si versano contributi che in questi casi, serviranno solo a far ingrassare le tasche dello Stato?
Tornando al problema, i nostri preventivi, soprattutto a causa di tali tasse, lievitavano considerevolmente e considerando che in un preventivo per l’animazione, devi includere oltre agli stipendi, i costi per il materiale e le attrezzature per attività di giochi e spettacoli e poi ci aggiungiamo un pur minimo margine di guadagno per noi, ecco non ci stavamo più, non eravamo competitivi…
Guardi, so per certo che ci sono società fantasma che chiudono contratti a prezzi stracciati, tirano avanti la stagione alla buona, fornendo il minimo indispensabile di materiale per spettacoli e attività agli animatori, inoltre facendosi persino pagare anche le divise che questi ultimi indossano, non versano alcun contributo, né tanto meno pagano alcuno stipendio, insomma arraffano tutto e spariscono per poi riapparire l’anno successivo con una nuova azienda e con un diverso nome, ma sono le stesse medesime persone.

Ma se è questa la situazione, come fanno le società serie ed oneste a continuare a lavorare?
( Enrico) Non le so dire, c’è chi ha la fortuna di lavorare da anni e si è consolidato come azienda ed ha un suo pacchetto clienti,( anche se costantemente minacciato) c’è invece chi riesce a sopravvivere grazie a mille espedienti e tanta fantasia , ma le assicuro che tutti, anche le società più accreditate, hanno subito danni, perdendo diverse strutture a causa di questi contratti molto al di sotto della norma. Inoltre le posso dire che come noi, ci sono moltissimi imprenditori, che non potendo competere lealmente con chi viola sistematicamente le leggi e per di più "stritolati" da questo sistema legislativo e contributivo che penalizza oltre misura, arrivano inesorabilmente al fallimento, alla chiusura dell'attività. Noi ormai dopo esserci indebitati per circa 15.000 euro abbiamo lascito perdere, ne siamo fuori, sia pure a malincuore, ma ci sono tantissime società in pericolo, minacciate costantemente dalla precarietà di questo lavoro che non è per nulla tutelato. Sono sempre le società serie e oneste come anche gli animatori stessi, che pagano le conseguenze di un settore dove la disonestà agisce in gran parte, indisturbata.

Ma non si può far nulla per contrastare l’illegalità? Per favorire la concorrenza leale nel rispetto della legge e delle regole?
(Enrico) Guardi non ho la bacchetta magica, né tanto meno spetta a noi regolamentare il settore, però una cosa è certa, se lo Stato diminuisse il fardello delle tasse da versare per gli animatori, se ci fosse maggior vigilanza e controlli ed una regolamentazione seria a “monte del sistema” allora le cose migliorerebbero di sicuro.

Cosa intende per” regolamentazione seria a monte del sistema”?
(Enrico) Premetto che non sono ferrato in materia legislativa, però mi lasci fare una semplice considerazione, credo e come me siamo ormai in tanti a pensarlo, che innanzitutto ci vorrebbe un’associazione di categoria riconosciuta, so che c’è la FIAST, Federazione italiana animazione e servizi turistici, una associazione, senza scopo di lucro, che rappresenta e tutela gli interessi delle imprese che offrono servizio di animazione turistica, ma come le dicevo, ormai non faccio più parte del settore e non so se la Fiast è andata avanti con i suoi progetti. Inoltre, credo che se ci fossero dei “Paletti”, una sorta di tappe obbligatorie, cui dovrebbero sottoporsi tutti coloro che intendono fare impresa nel settore animazione, forse le cose prenderebbero una piega ben diversa.
Mi spiego, in poche parole credo che ci vorrebbe un Albo Nazionale delle imprese di animazione, un albo dove obbligatoriamente dovrebbero iscriversi, tutti coloro che intendono esercitare questa libera professione (simile ad esempio agli albi degli avvocati, degli agenti immobiliari, dei ragionieri commercialisti, dei medici, ecc.)
Un Albo dove, ad esempio, dietro presentazione di esperienza documentata di almeno 5 anni nel settore animazione turistica, agli iscritti viene rilasciata una regolare: abilitazione alla professione di Imprenditore di società di Animazione turistica.
Credo che questo sarebbe già un primo passo per fare una sorta di “scrematura” iniziale; infatti oggi come oggi chiunque e senza alcuna esperienza, si può aprire una società o ancora più semplicemente, una ditta individuale e lavorare come agenzia di animazione turistica. In tal modo si immette l’ennesima società in un mercato già disastrato e caotico, con conseguenze dovute all’inesperienza, all’improvvisazione, spesso devastanti sia in materia di concorrenza nei riguardi di altre imprese, che di tutela del personale animazione.
Se ci fosse però l’obbligo di iscrizione all’albo e per farlo si dovrebbe avere almeno 5 anni di esperienza documentata, in tal modo già si limita in qualche modo la nascita di agenzie improvvisate, inoltre ci sarebbero anche altri vantaggi, infatti coloro che esercitano senza abilitazione incorrerebbero nel reato penale di esercizio abusivo della professione, ed ancora per quanti pur essendo in possesso di questa fantomatica abilitazione, non rispettano le regole e le leggi e mi riferisco ai titolari delle cosiddette agenzie “fantasma”, questi ultimi, non potrebbero più aprire e chiudere una società con la facilità attuale.
Infine ci sarebbe anche il vantaggio di dare a coloro che hanno subito un danno ( penso ai tanti animatori che non percepiscono gli stipendi concordati) la possibilità di denunciare tale azienda, direttamente all’organo di controllo dell’albo, facendole rischiare, come minimo, la radiazione dallo stesso Albo per condotta eticamente scorretta.
Come ogni albo professionale infatti, si presuppone un organo di vigilanza e controllo, cui tutti potrebbero rivolgersi, anche coloro che hanno subito dei danni, per denunciare la condotta di tale tizio e/o società.
In conclusione, credo che tutto ciò certamente non risolverebbe i problemi che da decenni infestano il comparto animazione, ma certamente contribuirebbe a fare chiarezza.
Purtroppo ci vorrebbe innanzitutto la volontà di far cambiare le cose, vorrei sbagliarmi, ma credo in tutta sincerità, che allo Stato ed agli Enti preposti, delle problematiche legate all’intero settore animazione non importi un granchè ed è questo che mi getta ancor di più nello sconforto.


Intervista a cura dello staff di www.animandia.it il portale internet sull’animazione e lo spettacolo

Nessun commento:

Posta un commento